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Inquinamento Pianura Padana: come proteggere la tua casa

"La Pianura Padana colpita da un inquinamento atmosferico fra i peggiori d'Europa": è il titolo del reportage dedicato da The Guardian alla disastrosa situazione ambientale nel nord Italia.
Non importa quale indicatore si usi (PM 2.5, PM 10, ozono, diossido di azoto) o a quale sito si fa riferimento: in pianura padana l’inquinamento è alle stelle e si superano tutti i limiti per la salvaguardia della salute delle persone.
Più di un terzo delle persone che vivono nella valle e nelle aree circostanti respirano aria quattro volte oltre il limite delle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per i particolati più pericolosi nell'aria", mentre Cremona, Milano, Monza e Padova, sono emerse come le città con la peggiore qualità dell'aria in Europa in una classifica pubblicata quest'anno dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea)".
Continua a leggere per scoprire quali sono gli inquinanti che possono essere presenti all'interno della nostra casa e come possiamo difenderci.

Inquinamento dell'aria: un problema che parte da lontano

L'inquinamento dell'aria è un problema molto più antico di quanto si potrebbe pensare.
Già nel 400 a.C, Ippocrate, il padre della medicina moderna, sottolineava quanto fosse importante per la salute dei cittadini fondare i nuovi centri urbani in aree salubri e capaci di garantire una buona qualità dell'aria e dell'acqua.
E allo stesso periodo risalgono le prime proteste documentate contro l'inquinamento.
A lamentarsi erano i cittadini di Atene infastiditi dai fumi che si innalzavano dalle fonderie, dalle botteghe dei ceramisti e dai camini delle case.
Un analogo malcontento è documentato nell'antica Roma a partire dal I secolo d.C. quando Seneca scriveva a un amico che per respirare un po' di aria buona doveva andare in campagna.
I Romani furono anche i primi a riconoscere che l'aria e l'acqua pulita erano un diritto fondamentale: lo sancì l'imperatore bizantino Giustiniano.

Inquinamento dell'aria- Chi sono i colpevoli?

Le sostanze che inquinano l'aria si dividono in due grandi categorie: quelle primarie, emesse direttamente da industrie, automobili, camini o altre sorgenti e quelle secondarie, che si formano invece a partire dalle primarie, in seguito a reazioni chimiche che avvengono nell'atmosfera.
Tipicamente, sono inquinanti primari il monossido di azoto (NOx) e il biossido di zolfo (SO2); mentre è di tipo secondario l'ozono (O3).
Le polveri sottili (PM) hanno una doppia natura: possono essere emesse direttamente dalle sorgenti, oppure generarsi in seguito all'aggregazione di altre molecole.
Diversissime per dimensioni, composizione e per il modo in cui si originano, le polveri sottili possono essere raggruppate in modo abbastanza efficace in base alle dimensioni.
infatti, via via che il loro diametro diminuisce, aumentano le probabilità che raggiungano le diramazioni più fini dell'apparato respiratorio, gli alveoli e, infine, il sangue.
Di questo gruppo fanno parte il PM2,5 (con diametro inferiore ai 2,5 um), che una volta inalato giunge fino ai bronchi, e le polveri ultrafini, più piccole di 0,1 um (PM O,1), chiamate anche nanoparticelle, che possono arrivare fino agli alveoli polmonari e penetrare nel sangue.
In Italia, un'analisi approfondita delle sostanze presenti nel particolato più fine (PM 2,5 e PM 1 e PM O,1) è stata fatta dal progetto SuperSito, coordinato dall'ARPA dell'Emilia Romagna.
I risultati mostrano che i nitrati, i solfati e l'ammonio costituiscono una frazione consistente della massa del PM 2,5, pari a circa il 40% del peso totale in inverno e il 30% in estate.
Questa variazione stagionale è dovuta soprattutto ai nitrati, che per effetto dell'umidità e delle basse temperature tendono a condensare in inverno formando le polveri, mentre si trovano per lo più in forma gassosa in estate.
Tutti e tre gli inquinanti citati si formano nell'ambiente a partire da altre molecole che derivano da attività umane, in particolare, i nitrati e i solfati sono il risultato dell'ossidazione degli ossidi di azoto (NOx) e del biossido di zolfo (SO2) prodotti nei processi di combustione, mentre l'ammonio si forma dall'ammoniaca utilizzata nelle attività agricole e zootecniche.
Lo studio ha poi trovato che un altro 40% della massa delle polveri è costituito da molecole contenenti carbonio, prodotte per lo più da traffico, riscaldamento, industrie e combustione di biomasse (come il legno).
Recentemente è stata avanzata anche l'ipotesi che la composizione delle polveri sottili sia cambiata nel corso degli anni: gli studi epidemiologici infatti sembrano indicare che il PM10 con cui abbiamo a che fare oggi sia più nocivo di quello di 15-20 anni fa.

Inquinamento indoor: perchè non va sottovalutato?

L'inquinamento atmosferico rappresenta una delle maggiori criticità per la salute delle persone, un dato confermato anche dal rapporto annuale Air quality in Europe, pubblicato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) 
Il documento evidenza come il 65% della popolazione urbana dei paesi dell 'UE-28 sia stata esposta a concentrazioni di particolato PM 10 superiori ai valori raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Una percentuale che sale al 96%, se si prende in considerazione il PM 2.5
Secondo l'organizzazione mondiale della sanità, ogni anno, sono circa otto milioni di decessi causati dall'inquinamento atmosferico e di questi, circa quattro milioni e duecentomila, sono causati dall'inquinamento indoor.
Sebbene sia una credenza piuttosto comune considerare che le mura degli edifici costituiscano una sorta di protezione rispetto all'inquinamento, chiudere le finestre non è mai una buona idea.
I dati scientifici raccolti negli ultimi quarant'anni evidenziano come condizione di rischio per l'insorgenza di malattie croniche, tumori e ictus.
In particolare concentrazioni più elevate di biossido di azoto sono state correlate a un aumento del rischio di ictus del 28% mentre con livelli di ozono elevati il rischio di ictus è aumentato del 5%.
Gli effetti dell'inquinamento indoor colpiscono maggiormente i bambini.
Recenti studi hanno infatti dimostrato una maggior frequenza di casi di asma fra i giovanissimi che vivono in aree ad alto traffico e battute da mezzi pesanti, peggio ancora se con scarichi diesel, rispetto a chi respira aria parzialmente più pulita.
La qualità dell’aria indoor influisce non solo sulla salute fisica, ma anche sul benessere mentale.
Gli scienziati hanno visto che indipendentemente dagli effetti sulla salute, la qualità dell’aria indoor svolge un’importante influenza sulle prestazioni e sul benessere fisico e mentale dei lavoratori, compromettendone la produttività, la concentrazione, i tempi di reazione, oltre a incidere sul livello di motivazione, stress e aumento dei costi sanitarii.
I risultati di una ricerca condotta dalle Università di Harvard e di Syracuse hanno evidenziato che all’aumentare del tasso di CO2 e di VOC diminuiscono le capacità cognitive.

Come possiamo proteggerci?

Il modo più efficace per ridurre l’inquinamento dell’aria indoor è eliminare o ridurre le fonti di inquinanti, oltre che avere un efficiente sistema di ventilazione.

Ecco alcuni suggerimenti per mantenere una buona qualità dell’aria indoor:

1. Favorisci il
ricambio dell’aria tra esterno e interno degli ambienti ogni 4 ore al fine di contrastare le fonti di inquinamento che spesso sono presenti: quella inevitabile del radon che proviene dal suolo e quella del mobilio, causata delle vernici, dalle colle e delle pitture usate per le pareti.

2. Limita l’uso di detergenti e articoli per la pulizia personale.
Tra questi troviamo le bombolette spray antipolvere, le cere lucidanti, la candeggina, i prodotti detergenti per pavimenti o gli ammorbidenti.
Le cere lucidanti sprigionano eteri glicolici. Preferisci pertanto quelle naturali, meno inquinanti.
Per evitare gli spray antipolvere, che rilasciano formaldeide, è preferibile usare lo straccio o il piumino per la polvere. Detersivi, ammorbidenti e detergenti vengono spesso conservati assieme all'aperto in bagno, un luogo molto umido. Queste due condizioni favoriscono l'emissione di composti organici volatili nocivi per la salute.
È pertanto consigliato radunare e chiudere i prodotti per la pulizia e la cura della casa in una stanza a parte, ben aerata e non usata quotidianamente.

3. In cucina, accendi sempre la cappa aspirante mentre stai cucinando.
Inoltre prediligi metodi di cottura come la bollitura o la cottura a vapore.

4. Evita le vernici aggressive, preferendo quelle ad acqua per la tinteggiatura delle pareti.
Tra i vari tipi di pittura per interni ed esterni, gli smalti all'acqua sono quelli a minore impatto ambientale: la pittura ad acqua, infatti, emette in media il 95% in meno di sostanze nocive rispetto ad una normale vernice a solvente

5. Evitare di installare impianti a biomasse (stufe a legna, pellet o caldaie a cippato) per il riscaldamento.
Non bruciare mai nulla nella stufa che non sia legno pulito che è stato tagliato ed essiccato per almeno 6 mesi.

6. Utilizza piante da interno: le piante da interno per la decorazione, possono aiutarti a migliorare la qualità dell’aria indoor perché assorbono l'anidride carbonica e rilasciano ossigeno.
La NASA raccomanda anche alcune specie di piante per eliminare gli inquinanti atmosferici come l'aloe, l’edera inglese, il filodendro, la palma di bambù o il giglio della pace.

7. Scegli mobili di qualità in legno massello, cercando di evitare quelli verniciati con pitture tossiche e quelli in truciolato.
Se hai acquistato da poco un mobile in truciolato o compensato, esponilo all’aria aperta prima di posizionarlo dentro casa o assicurati di sistemarlo in stanze ben ventilate per alcune settimane.

8.Presta attenzione all'umidità e alla muffa.
È opportuno non superare mai il 50% di umidità facendo  attenzione alla possibile formazione di macchie di muffa.

9. Evita l’uso di tappeti: per via della polvere e degli inquinanti che trattengono è sconsigliato l’utilizzo di tappeti.
Se proprio non puoi fare a meno dei tappeti, utilizza aspirapolveri ad alta efficienza (HEPA) con sacchetti usa e getta e panni in microfibra per rimuovere la polvere superficiale dai tappeti.

10. Rendi l'aria di casa tua sicura con uno ionizzatore d'aria bipolare.

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Le misurazioni

Abbiamo utilizzato Igeress, un rivelatore professionale della qualità dell'aria, per comprovare la capacità di filtrazione dello ionizzatore bipolare LifeEnergy AIR.
Sono stati analizzati  prima in un ambiente esterno (la strada adiacente al nostro ufficio) e poi in un ambiente interno con LifeEnergy AIR (il nostro ufficio) i PM (2,5 e 10), la formaldeide (HCHO) e il benzene (TVOC).
I ridultati sono espressi nell'immagine a seguire.
Nella prima foto si può notare che il livello di PM 2.5 e PM 10 è rispettivamente di 83 e 96.
Si tratta di valori elevati, basti pensare che il limite massimo consentito in Italia per quanto concerne i PM 10 è di 35 (valore a sua volta fin troppo elevato se pensiamo che negli USA il limite è di 10 e ad Hong Kong è di 9).
Non solo, anche il livello del TVOC (Benzene) è particolarmente elevato mentre il valore della formaldeide rientra nei limiti fissati a 0,12 mg/ m3 per gli ambienti esterni.
Nella seconda foto si può notare come, in un'ambiente interno purificato con LifeEnergy Air, si riesca ad abbattere il livello di PM nell'aria di oltre il 95% arrivando a valori di 6 per i PM 2,5 e 6 per i PM 10.
Non solo, anchi i valori del benzene e della formaldeide sono decresciuti in maniera esponenziale, con quest'ultima che ha raggiunto quota 0.000.

I benefici della ionizzazione bipolare

In commercio esistono molti apparecchi chiamati "ionizzatori d'aria" ma ben pochi di essi attuano una ionizzazione bipolare.
Ionizzazione bipolare significa riprodurre la stessa aria che si trova nelle cascate di alta montagna o nelle profondità delle foreste amazzoniche.
Questa aria ha un rapporto ioni positivi e ioni negativi di 1,2 a 1, che secondo gli scienziati è il rapporto più benefico esistente in natura.
Infatti la maggior parte degli ionizzatori produce soltanto ioni negativi o addirittura soltanto ioni positivi.
Come se non bastasse moltissimi apparecchi denominati ionizzatori o purificatori d'aria presentano il "piccolo" problema che, insieme agli ioni negativi, emettono anche ozono, un gas serra irritante per le vie respiratorie.

Per questo motivo è fondamentale verificare che lo ionizzatore che si sta acquistando:

- combini un filtro elettrostatico (HEPA) a un filtro a carboni attivi;

- produca fino a 320'000 ioni/ cm³ nel rapporto di 1 ione negativo e 1.2 ioni positivi,

-non produca ozono.

- elimini tutte le muffe, i funghi e i virus

- sia dotato di un modulo capace di strutturare ed energizzare l'aria, riportandola allo stesso grado di energia che aveva quando era nella vetta d'alta montagna.

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