Il "pesce" vegano

Il "pesce" vegano

 

Il bacino mediterraneo è ricco di piante spontanee spesso sottovalutate dal punto di vista salutistico e alimentare. Molte di loro sono piante infestanti, considerate soltanto erbacce da estirpare, senza alcun valore  nutritivo o ornamentale. E’ questo il caso della Portulaca oleracea, detta anche  Porcellana comune o Erba Grassa, facilmente reperibile nei campi, negli orti e nei giardini delle case di tutta Italia.

Il valore alimentare di questa pianta è andato perdendosi nel tempo, ma nell’antico Egitto rivestiva una grande importanza dal punto di vista medicinale e, durante il Medio Evo, veniva addirittura coltivata nei paesi arabi e nel bacino del Mediterraneo per uso terapeutico e alimentare. Proprio gli arabi l’hanno denominata baqla hamqa, ovvero 'pianta pazza' o 'pazzesca' a causa del modo in cui i rami si sviluppano per terra senza alcun controllo.

Nelle regioni meridionali dell’Italia, fino agli anni 50-60 veniva raccolta dagli ambulanti e venduta nei mercatini ed utilizzata nella cucina “povera”.

In alcuni Stati Americani è tuttora venduta a caro prezzo nei negozi di frutta e verdura.

 

Il "pesce" vegano

 
Il ricchissimo contenuto di omega 3, ( superiore a quello di qualsiasi vegetale analizzato ), dona a questa pianta notevoli  proprietà:
 

-        aiuta a ridurre i livelli di colesterolo “cattivo”

-        è un ottimo antinfiammatorio naturale

-        è utile allo sviluppo cerebrale, anche nei bambini

-        è utile nel rafforzamento del sistema immunitario

-        previene l’invecchiamento della pelle

-        protegge il cuore e il sistema cardiocircolatorio grazie all’azione sul controllo della pressione arteriosa e al conferimento di elasticità alle pareti dei vasi sanguigni.

Contiene inoltre notevoli quantità di vitamina C  e per questo, in passato, veniva utilizzata nella alimentazione di chi faceva lunghi viaggi in nave per prevenire lo scorbuto. Oltre a questo,  la Vit. C è utile agli sportivi per combattere la formazione di radicali liberi.

Studiando gli "Inuit", una popolazione eschimese che si cibava prevalentemente di pesce (alimento ricchissimo di Omega 3) è emersa in maniera chiara un'incidenza particolarmente bassa di malattie cardiovascolari, correlata a un tipo di alimentazione ricca di DHA e EPA (acidi grassi Omega 3 che possiamo ritrovare anche nella Portulaca orelacea).

La Portulaca è quindi particolarmente indicata per le persone che non amano il pesce, ma vogliono introdurre buone quantità di Omega 3, o che seguono una dieta vegetariana o vegana. Può essere aggiunta ad un’insalata, ottima con pomodoro aglio e origano, (un piatto contiene la quantità di Omega 3 di un merluzzo al forno), pastellata e fritta, o meglio ancora estratta assieme ad altra frutta e verdura che ne esaltino la grande azione salutistica.

A tal proposito consigliamo l’estrazione assieme alla mela, che, grazie all’alto contenuto di pectina è in grado di trattenere a livello intestinale il colesterolo con lo scopo di eliminarlo, e al limone per il grande potere disintossicante, depurativo e antiossidante.

 
Estratto per una persona:
 

-        50 g di portulaca

-        1 mela

-        1/2 limone (o 1 limone intero a seconda dei gusti)

 
Due estratti a settimana sono sufficienti per il fabbisogno di Omega 3, che può comunque essere integrato con noci, semi di lino o semi di canapa nei giorni nei quali non si consuma l'estratto.

 

 

Elena Olivieri - Farmacista

Michele Prugnoli – Erborista

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