Sostanze essenziali e regolatrici del funzionamento e dello sviluppo dell'organismo, spesso contrassegnate con le lettere dell'alfabeto.
Stiamo parlando delle vitamine, composti organici che l'essere umano non è in grado di autoprodurre e che pertanto devono essere introdotte con la dieta in quantità minime (per questo motivo sono dette micronutrienti).
Ma quali sono le proprietà e le funzioni di questi elementi nutritivi?
Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e giungere sino agli albori del 900 quando, una serie di scienziati e studiosi del campo alimentare, cominciarono a comprendere che una dieta a base di carboidrati, sali minerali e proteine non era sufficiente a garantire lo sviluppo e la sopravvivenza degli individui.
A quel tempo una delle malattie più diffuse, soprattutto nell'Estremo Oriente, era il beri-beri1, una patologia del sistema nervoso, dovuta alla carenza della vitamina B1, che causava nei soggetti un costante status di debolezza che progressivamente peggiorava fino a farli giungere alla morte.
Il primo ad associare questi sintomi ad una forma di carenza alimentare fu l'ammiragio della marina giapponese Takaki.
Egli nel 1884 comprese che la malattia che aveva colpito i 169 componenti del suo equipaggio era causata dal fatto che i marinai si cibavano prevalentemente di riso brillato e propose di aggiungere ai pasti anche la carne, il latte e i legumi.
Questa intuzione si rivelò corretta e salvò la vita ai membri della sua ciurma.
Era il primo passo verso la scoperta delle vitamine, anche se ovviamente Takaki non ne era a conoscenza.
Le prime evidenze empiriche sulle vitamine furono individuate dal medico olandese Eijkman che, osservando l'alta incidenza di beri-beri tra i carcerati dell'isola di Giava, alimentati quasi esclusivamente con riso brillato, concluse che la malattia era dovuta alla mancanza di qualche sostanza contenuta nell'involucro del riso e che doveva essere eliminata durante il processo.
Egli testò questa supposizione nutrendo i polli con del riso integrale al posto di quello bianco.
L'ipotesi di Eijkman fu ripresa dal suo allievo Grijns, il quale sosteneva che il beri-beri non fosse altro che il risultato della deficienza di qualche elemento nutrimento essenziale.
Queste ricerche costituirono la base fondante dei lavori del biochimico polacco Funk, il padre della vitamina; a lui si deve infatti la coniazione di questo termine2.
I lavori di Funk furono rivoluzionari in quanto egli suggerì l’idea che alcune malattie, come il beri-beri, fossero dovute non all'azione di sostanze particolari quanto alla carenza alimentare di qualche componente specifico.
L'apogeo delle sue ricerche lo si ebbe nel 1912 quando egli pubblicò un'opera intitolata "L'eziologia delle malattie da deficienza" in cui l'autore riconobbe lo scorbuto, il beri-beri e la pellagra come le principali malattie dovute a carenze nutrizionali.
Al tempo della scoperta di Funk si pensava infatti che tutte le malattie fossero causate da microrganismi o da disfunzioni genetiche ed egli fu il primo a ribaltare questo paradigma.
Tutte queste scoperte e supposizioni aprirono il campo ad un nuovo e affascinante capitolo della biologia: la vitaminologia.
Nata nel crepuscolo della prima guerra mondiale, questa scienza volle rispondere a quei quesiti sorti durante i lunghi e logoranti combattimenti nelle trincee.
In particolare ci si chiedeva quali e quanti fossero gli alimenti nutritivi indispensabili per la sussistenza dell'uomo: i cosiddetti composti essenziali.
La risposta proviente dalle ricerche dell'epoca fu univoca: le vitamine.
In rapida successione furono differenziate le vitamine A, D, il complesso B e la vitamina K. Tutte scoperte che valsero il conferimento del premio Nobel.
Perchè sono considerate essenziali? Caratteristiche e proprietà.
Abbiamo già visto che le vitamine non possono essere autoprodotte dall'uomo.
Ma questo non vale per tutte le specie.
Prendiamo la vitamina C: essa è necessaria solo per l'uomo e per gli altri primati.
Tutti gli altri animali la sintetizzano a partire da altri nutrienti.
Pietro Di Mattei, chimico italiano, fu il primo a dare la prova sperimentale di questo fatto e ad indicare con il nome di endogene quelle vitamine essenziali per una specie ma non per un'altra.
Secondo quando sostenuto dai ricercatori del National Institutes for Health, esistono almeno 14 tipi di vitamine che sono assolutamente indispensabili per l'uomo.
-Vitamina A: presente in grandi quantità nei semi di sesamo e canapa, nella frutta, nei legumi e nel tuorlo d'uovo, aiuta lo sviluppo degli occhi e delle ossa.
La sua assenza prolungata può generare gravi infiammazioni alla cistifellea;
-Vitamina D: contenuta neI semi di girasole, nel tuorlo d'uovo e nel pesce, aiuta l’organismo ad assorbire il calcio;
-Vitamina C: presente nell'olio di cocco, nei semi di canapa, di zucca e lino ma anche nelle verdure, negli agrumi, pomodori, ribes e peperoni, kiwi e patate, contribuisce a prevenire l’invecchiamento, protegge dai radicali liberi e riduce i livelli di colesterolo.
La sua deficienza nell'uomo conduce allo scorbuto.
-Vitamina B: contenuta nei semi di zucca, nelle mandorle e nell'olio di cocco, è utile per il funzionamento del fegato ed è presente anche nei carciofi, zucchini, piselli e nel petto di pollo;
-Vitamina E: contenuta in grande quantità negli oli di semi d'arachidi, mandorla e girasole dove agisce come antiossidante biologico si trova anche negli ortaggi;
-Vitamina K (biotina): presente nei semi di zucca, d'arachidi, cocco e nei vegetali a foglie verdi è indispensabile per i normali processi di coagulazione del sangue;
-Vitamina H: diffusa sia nel regno animale che vegetale, è contenuta in grandi quanità nell'olio di cocco e di girasole, oltre che nel latte di mucca.
Inoltre è importante per il funzionamento del midollo osseo;
-Vitamina F (Omega 3): presente negli oli vegetali quali lino, girasole e arachidi, protegge la pelle da dermatiti e la mantiene idratata;
-Vitamine B6, B9 e B12: contenute nei semi di lino, girasole e canapa, sono essenziali per il regolare funzionamento del sistema nervoso centrale e per la salute del cuore;
-Vitamina B1: nota anche come tiamina, è presente in grandi quantità nei semi di lino, sesamo, canapa oltre che nelle lenticchie, piselli, fagioli e lieviti ed è necessaria all'organismo per produrre più energia dai carboidrati.
La sua mancata assunzione provoca il beri-beri.
-Vitamina B5 (o acido pantotenico): presente nei semi di lino e girasole, è diffusa anche nel lievito e nel cavolo.
La sua funzione principale è di aumentare la resistenza alle infezioni.
-Vitamina B17: contenuta negli oli di albicocca e di mandorle amare, è stata identificata come probabile antitumorale naturale.
1 Il termine deriva dalla lingua cingalese e significa "non ce la faccio", una frase spesso ripetuta dai pazienti afflitti da questa malattia in quanto estremamente stanchi.
2 Inizialmente chiamata come "amina della vita" per indicare una sostanza in grado di ridare vita agli ammalati.
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