Glifosato nell'acqua potabile: che cos'è e come possiamo rimuoverlo?

Glifosato nell'acqua potabile: che cos'è e come possiamo rimuoverlo?

Depurazione dell'acqua e ionizzatore d'acqua Estate Life Energy Water

Le acque della Lombardia sono inquinate dal glifosato, una molecola contenuta in un pesticida, con effetti preoccupanti sulla biodiversità e sulla salute umana.
Questa è la notizia pubblicata poche settimane fa a seguito delle analisi condotte dalla Università di Agraria di Milano e dall’Istituto di ricerca sulle acque della Lombardia (IRSA).
Il report, presentato da Legambiente Lombardia durante l’evento "Il veleno che non ti aspetti: la concentrazione di glifosate nelle acque lombarde" mostra come nei canali e nelle risorgive milanesi, siano stati trovati livelli di glifosato fino a migliaia di volte superiori a quello consentito per legge, che è pari a 0,1 microgrammo/L
L'immagine seguente evidenzia le zone in cui i livelli di glifosato hanno superato quelli stabiliti per legge.

Che cos'è il glifosato e a che cosa serve?

Il Glifosato è un erbicida ad ampio spettro che, assorbito dalla parte “verde” delle piante, blocca un enzima indispensabile per la loro vita e ne causa la rapida morte.
E’ il diserbante più utilizzato al mondo (oltre 1500 tonnellate l'anno) e il suo utilizzo non accenna a diminuire, dato  che il numero di infestanti diventati resistenti è cresciuto velocemente negli ultimi anni.
Il glifosato è formulato con vari adiuvanti, usati al fine di potenziare l'assorbimento del principio attivo nelle piante.
Il glifosato più conosciuto formulato con un adiuvante è Roundup®.
I prodotti a base di Glifosato vengono utilizzati principalmente prima della semina delle colture agricole tradizionali e dopo la semina di quelle colture geneticamente modificate resistenti al glifosato.
Inoltre è utilizzato nella coltivazione di legumi, patate, semi oleosi, colture legnose, barbabietola, girasole e colture orticole e viene spruzzato anche direttamente sulla pianta poco prima della raccolta, per aiutare la maturazione delle spighe di grano (da cui si ricava la pasta).

Il glifosato è tossico per l'uomo? Cosa dicono gli studi

Il glifosato è stato studiato a lungo, ma a oggi ancora non esiste una letteratura scientifica univoca sui danni che può provocare.
L'IARC nel 2015 l'ha classificato come genotossico e probabile cancerogeno la European Food Safety Authority (EFSA) come improbabile cancerogeno per l'Environmental Protection Agency (EPA), incaricata della protezione ambientale dal governo USA invece non è cancerogeno. 
Perchè queste marcate differenze?
Un'inchiesta condotta da Le Monde nel 2017 ha documentato come per anni la Monsanto (proprieteria del brevetto del glifosato) abbia finanziato per anni articoli falsi su prestigiose riviste scientifiche per smentire gli effetti sulla salute del glifosato.
Il termine tecnico per questo tipo di operazioni è ghostwriting e consiste nello scrivere un testo per qualcun altro che mette in calce la sua firma.
E quando uno scienziato affermato sottoscrive un articolo preparato da una multinazionale come la Monsanto in cui si assolve il glifosato dall'accusa, sostenuta dallo IARC dell'OMS, di essere «probabile cancerogeno», è difficile non parlare di «scienza comprata».
Vi sono infatti evidenti contraddizioni fra le asserzioni dei produttori e le ricerche indipendenti.

Questo continuo braccio di ferro tra le evidenze scientifiche prodotte dalla ricerca indipendente e le relazioni degli scienziati a busta paga dell'industria produce come
risultato pareri tossicologici e livelli di sicurezza discordanti e molto diversi da ente a ente e da paese a paese.
A causa di tale situazione, in Europa il limite giornaliero della quantità di glifosato che può essere ingerita con il cibo o l'acqua da bere, espressa in base alla massa corporea, è di 0,5 milligrammi al giorno per ogni chilo di peso, mentre negli Stati Uniti è di 1,75.
Dunque qual è la reale soglia di sicurezza per l'uomo?
Dai risultati delle indagini dell'Istituto di ricerca sul cancro Ramazzini di Bologna, considerato fra i più autorevoli a livello internazionale per la ricerca sulle malattie
ambientali, emerge che il livello di glifosato ammesso negli USA, somministrato a ratti a partire dalla vita embrionale fino a un'età corrispondente a 18 anni nell'uomo, può interferire con il normale sviluppo sessuale, è genotossico (cioè capace di provocare rotture del DNA) e altera la flora batterica intestinale.
Sono ancora in corso le indagini che riguardano gli effetti su ghiandola mammaria, reni, fegato e apparato riproduttivo.
Fintanto che le autorità sanitarie non stabiliranno definitivamente chi ha ragione, i cittadini continueranno ad essere esposti a rischi evitabili.

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Come possiamo difenderci da questo problema?

La prima soluzione che ci viene da pensare è alimentarsi il più possibile con cibi biologici, quindi scegliere frutta e verdura ma anche pasta, legumi, certificati bio.
Questi sono infatti prodotti senza l’uso di pesticidi chimici, compreso il glifosato.
Ma mangiare biologico può davvero ridurre i livelli di pesticidi nel nostro corpo?

La risposta è sì, a detta di uno studio americano.
La ricerca, condotta da Friends of the Earth (FOE) e pubblicata su Environmental Research, ha monitorato i livelli di pesticidi presenti nell’organismo di quattro famiglie americane durante 6 giorni in cui seguivano una dieta tradizionale e altri 6 giorni in cui consumavano una dieta completamente biologica.
E i risultati su questo sia pur piccolo campione di persone sono stati eccezionali.
Scrivono gli esperti di FOE: "Una dieta biologica ha ridotto rapidamente e drasticamente l’esposizione ai pesticidi in una sola settimana. I livelli di tutte le sostanze chimiche rilevate sono diminuiti in media del 60,5%, con un intervallo dal 37% al 95%, a seconda del composto. Tutti i pesticidi rilevati sono diminuiti in ogni famiglia".

Oltre all'alimentazione, è fondamentale collegare il rubinetto di casa ad un sistesma di filtrazione a carboni attivi capce di ionizzatore e strutturare l'acqua di casa.
Infatti secondo l’EPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli USA), i carboni attivi sono gli unici filtri raccomandati per rimuovere dall'acqua tutti i contaminanti organici identificati, inclusi i THM (sottoprodotti della disinfezione con cloro) e i fitofarmaci come il glifosato.

Vanno bene tutti i tipi di filtri a carboni attivi?
Sul mercato esistono differenti tipologie di filtri ai carboni attivi.
Alcuni sono composti da piccoli pezzi di carbone, in forma granulare altri da un  blocco.
La differenza tra le due tipologie sta nella capacità di filtrazione: mentre il carbone attivo in blocco rimuove solo gli inquinanti superficiali (50 micron), il carbone attivo granulare rimuove tutti inquinanti fino a 0,1 micron

Lo ionizzatore LifeEnergy Water di Estraggo ha un doppio filtraggio in carboni attivi granulari e ceramica antibatterica per rendere l'acqua di casa tua pura, ionizzata e strutturata come quella della sorgente da cui è nata.

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